Che cosa
era successo!? Cos’era accaduto?! S’era allontanato un attimo a prendere
una bottiglia di vino dalla credenza e… e… Fersen e Oscar… cosa stava succedendo!?
E Oscar… via, era scappata via, facendo cadere il piccolo tavolino da soggiorno.
Chissà
che le aveva detto; non era riuscito a vedere niente, tranne la mano di
Fersen che stringeva il polso di Oscar e quelle parole:
“Dunque
quella contessa eravate voi!”.
Aveva
quindi capito tutto?! Aveva capito che quella contessa non era altro che
Oscar? E adesso cosa sarebbe successo? Non poteva seguirla così
si avvicinò alla finestra che si affacciava alle scuderie e lì…
lì Oscar, appoggiata alle porte di legno, piangeva. Avrebbe fatto
qualunque cosa, qualunque per non vederla piangere, per non vederla soffrire:
“Cristo!”
imprecò dando un sonoro pugno nel muro.
“Dunque
quella contessa eravate voi…” “… è inutile che tentiate di nascondere
i vostri sentimenti…”
“… nascondere i vostri
sentimenti…”
Queste
parole le risuonavano in testa come il continuo scandire dei secondi di
un orologio
“… nascondere i vostri
sentimenti…”
Da una
vita Oscar celava i suoi pensieri, le sue emozioni.
Aveva
provato amore per Fersen dalla prima volta che le si era mostrato dinnanzi
agli occhi in occasione del ballo in maschera di Parigi, quando aveva dovuto
accompagnare la Delfina di Francia.
“Io… dalla
prima volta che vi ho visto vi ho amato, vi ho amato con tutto il cuore…”
aveva detto quel giorno, quando aveva dovuto lasciare il messaggio di Maria
Antonietta a Fersen, incitando il suo cavallo al galoppo. Quanto tempo
aveva sofferto, specialmente in quei sette anni in cui Fersen era partito
per l’America; e comunque la sua sofferenza non era servita a niente, il
suo amore non era servito a niente anzi, forse aveva provocato il distacco
che dopo quella sera si sarebbe venuto a creare.
“Perché?…
Perché è dovuto succedere questo…” mormorava tra le lacrime
“come mi è saltato in mente di vestirmi in abiti femminili e di
andare al ballo…! Avrei dovuto immaginare che Fersen avrebbe potuto riconoscermi…!
Che stupida sono stata!”.
Si gettò
sul letto, piangendo, piangendo calde lacrime per quell’amore non corrisposto,
per quell’amore che per la prima volta l’aveva fatta sentire donna nel
profondo, per quell’amore che adesso le si rivoltava contro, adesso che
Fersen si era rivelato in quel modo inaspettato… inaspettato… forse non
era poi stato così inaspettato; prima o poi i fatti sarebbero venuti
a galla e lei non avrebbe potuto fare niente per rimediarvi, non aveva
potuto fare niente.
“L’Amore
può portare solo a due cose: ad una felicità completa, o
ad una lenta e triste agonia” gli aveva detto; ed era quello che stava
provando lei: una triste, lenta, angosciosa agonia.
E chissà
quanto sarebbe durata?!
Fersen,
dopo il suo ritorno dalla guerra, aveva deciso di rimanere a fianco di
Maria Antonietta e di servire per tutta la sua vita la Francia e il suo
grande amore.
“Come
posso fare? Come posso fare?… Chiederò a Sua Maestà di darmi
un altro incarico; accetterò tutto, anche di imbarcarmi su una nave.
La cosa più importante è che mi allontani da Fersen, che
non lo riveda più”.
Con questi
pensieri si asciugò le lacrime e si tranquillizzò; finalmente
aveva trovato la soluzione al suo problema: adesso tutto sarebbe andato
per il meglio.
Aprì
l’armadio per prendere la camicia da notte, ma non la trovò:
“Dove
sarà finita? Ah si!! Nanny stamattina ha portato via la mia roba
per fare il bucato. E adesso cosa…? Ehi…! Ma cosa ci fa questa nel mio
armadio?” disse mentre prendeva una camicia di André appesa in una
delle sue gruccie di legno. La guardò attentamente… era enorme rispetto
alle sue.
“Per stanotte
andrà bene; credo che André non avrà nulla in contrario
se prendo in prestito la sua camicia per questa notte”.
Si sedette
sul tappeto vicino il caminetto acceso: alcune carte bruciavano e Oscar
le guardava attentamente, pensierosa. Alzò improvvisamente lo sguardo
e vide un vaso a collo lungo nel cui interno una rosa bianca era appena
sbocciata. Si commosse alla vista di quel pensiero che André le
aveva dedicato:
“Spero
non si sia accorto di niente, prima”.
Si alzò, prese
la camicia e i pantaloni che aveva gettato sul letto e li sistemò
su una sedia. Si mise sotto le coperte:
“Domani
comincerà per me una nuova vita”.
Dicendo
queste parole si abbandonò al sonno.
Fine 1° parte
Cetty
La seconda ed ultima
parte al prossimo aggiornamento